C’era una volta…
…un bambino di nove anni, Angelo, che ogni giorno percorreva a piedi otto chilometri per andare a imparare come si fa il pane.
Nel 1907, all’età di soli 14 anni, Angelo rimase orfano e decise perciò di mettersi in proprio, aprendo a Galliera Veneta un panificio dotato di forno a legna. Ebbe così inizio la tradizione dei panettieri Moretti, che non si fermò nemmeno quando egli fu chiamato a combattere la Grande Guerra sul Monte Ortigara.
Furono le donne di famiglia a mandare avanti l’attività in questi anni difficili.
Nel 1918, nonostante un principio di congelamento ai piedi, Angelo fece ritorno a casa e riprese il lavoro in panificio. A fianco del forno originario ne aggiunse un altro, utilizzando due bocche di origine austriaca, reperite tra il materiale di guerra.
Lo scambio con la comunità era assiduo e vitale: i contadini portavano la farina ad Angelo, che preparava il pane per loro. I guadagni però scarseggiavano, perché spesso il lavoro veniva ripagato con altra farina. Ma Angelo utilizzò questa preziosa materia prima per panificare di più e presto riuscì ad aprire in prossimità del forno una “Pistorìa”, la prima bottega del pane Moretti.
Negli anni ‘60 subentrarono nella gestione del panificio il figlio Mario e suo cugino Antonio, che ampliarono la gamma dei prodotti e migliorarono la lavorazione. Intanto la nuova generazione cresceva, alternando alla scuola il lavoro in panificio: stare in famiglia significava infatti anche trasportare i sacchi di farina, accendere la legna nei forni, coltivare il lievito madre e saper impastare i diversi tipi di pane.
Nel 1988 l’attività passa nelle mani dei figli di Mario, Renzo e Antonio Moretti: forti dell’esperienza della tradizione, ma con dedizione, capacità imprenditoriale e spirito d’innovazione, i due fratelli introducono anche i prodotti di pasticceria e gastronomia, aprono un nuovo laboratorio con negozio a Rosà e una rivendita a Bassano del Grappa.
Tutt’oggi la famiglia Moretti acquista la farina dallo stesso Molino presso cui si riforniva anche il nonno, suggellando in tal modo il suo profondo legame con la storia e il territorio.